Il porno su Facebook

Ieri sera ho scoperto il porno su Facebook.

L’ho scoperto per caso, seguendo la foto di un profilo. Il tuo amico xxxx ha iniziato a seguire yyyyyy. Siccome il mio amico xxxxx è persona che ha interessi lavorativi simili al mio ho sbirciato chi fosse yyyyyy.

E da quel profilo mi si è aperto un modo che solo parzialmente intuivo esistesse.

il gruppo "scopare è bello"

Quando ho iniziato ad occuparmi della rete, alla fine degli anni di università, internet era un luogo così piccolo che sapevi tutto quello che c’era e che vi succedeva. La decisione di Playboy di aprire il suo sito, verso la fine fine degli anni ’90, fu la notiziona per diversi giorni.

Oggi può capitare di lavorare quotidianamente nel grande palazzo virtuale di Facebook e non sapere che al piano di sotto c’è una stanza dove i ragazzini si fotografano nudi. Fino al momento in cui non ti arriva un inaspettato invito.

Non sono un moralista. Non ho nulla contro il porno su internet. Si sa che è una della maggiore richiesta dell’utenza adulta della rete e, conseguentemente, si è creata tanta offerta.

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Se c’è un problema che pone il porno sulla rete è la tutela dei minori. Chiaramente i nostri figli riceveranno una educazione sentimentale e sessuale diversa dalla nostra, come noi ne abbiamo ricevuta una differente da quella dei nostri genitori. Questo è giusto. È  il loro mondo, differente da quello di chi è cresciuto con Drive In su Italia1.

Ma il problema di una sovraesposizione a stimoli di tipo sessuale rivolta a minori ed eventualmente gestita da adulti privi di qualsiasi remora si pone comunque.

Facebook è ormai divenuto il luogo di ingresso dei ragazzini al mondo della rete. Idealmente è il luogo dove ognuno ha un nome e cognome, dove si possono filtrare i contenuti e scegliere chi seguire e cosa mostrare.

Per iscriversi a facebook basta avere compiuto i tredici anni. E’ il luogo dove i genitori lasciano ai figli il primo contatto con la rete, magari tenendo un occhio alla loro attività. Potranno giocare insieme a ‘smartville’ oppure chiacchierare in chat con i compagni di scuola.

E’ Google, è la ricerca che fa paura al genitore: metti la parola chiave e, se non hai impostato dei filtri, sul computer di tuo figlio apparirà qualsiasi cosa a riguardo, compresi foto e filmati. Ma la ricerca su Facebook non è ancora molto efficiente. Su Facebook le notizie non si cercano, si lascia che ci entrino quelle condivise dagli amici.

Lo conferma l’esperienza del genitore stesso: ogni giorno si collega e vede solo notizie rassicuranti di amici che sono stati a una festa, le foto di un viaggio o pensierini sparsi.

Se però avessero come amica yyyyyy allora più probabilmente riceverebbero l’invito a mettere il ‘mi piace’ alla pagina soft-porn “Ragazze Porcelle’ o iscriversi al gruppo decisamente più hard “Scopare è bello” dove presunte ragazze si propongono per incontri bollenti e giovani muscolosi che fanno Toro di nome e Dotato di cognome mostrano in foto i loro migliori argomenti.

Ragazze Porcelle

Mi pareva di sapere che su Facebook non si potessero pubblicare foto con corpi nudi. Ma questo non è quello che ho visto io nella mia visita al piano di sotto del grande palazzo della socialità in rete.

Tutto ciò mi porta ad alcune considerazioni e domande.

  1. Vi è una netta differenza fra ricerca attiva (so cosa cercare, vado su Google e la trovo) e  feed di notizie cioè informazione che ci viene proposta in modalità push (ci colleghiamo a facebook e vediamo che un amico ha commentato una foto esplicita)
  2. Diventa sempre più difficile capire quale e come debba essere il ruolo di vigilanza di un genitore. Se attraverso la ‘Safe search’ di Google o qualche filtro su un firewall possiamo in parte controllare ciò che vedono i nostri figli, su Facebook  questo diventa molto più difficile ad eccezione di una costante presenza invasiva al loro fianco.
  3. i cosiddetti Terms of Service (ToS) con cui i grandi fornitori di servizi in rete stabiliscono le modalità di utilizzo del servizio sono applicati raramente, casualmente e in modo arbitrario
  4. Senza volerlo, per incompetenza o per distrazione, ciascuno di noi può diventare involontariamente testimonial di qualcosa, senza desiderarlo affatto. E’ il caso del mio amico xxxxx che mi ha portato a scoprire questo mondo. (A riguardo vedi anche ‘Testimonial e spammer  involontari)
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Un Commento

  1. chiara
    Pubblicato 18 ottobre 2013 alle 10:15 | Link Permanente

    quello che mi fa ancora piu orrore di facebook è che quando segnalo pagine contenenti nudo e porno esplicito, violenza grafica (foto di donne legate che subiscono violenza) facebook cosa fa? invece di eliminare le pagine e le foto le lascia lì dove sono! questa non è serietà da un network mondiale, facebook deve aiutarci a tutelare i piu piccoli eppure non fa nulla per impedire la propagazione del porno e della violenza, neanche quando glielo si segnala! non è né serietà né professionalità. Chi controlla facebook? queste immagini hanno un impatto negativo sui ragazzini e sui chi le guarda, mi sono vista bloccare l’account perché ho inviato 5 richieste d’amicizia a dei miei parenti, per facebook erano troppe! questa è l’assurdità di facebook, bloccare l’account per una richiesta di amicizia a qualcuno che si conosce e non bloccare l’account di chi condivide porno e violenza! chi lavora per facebook? perché non rispettano il regolamento?