Vendere contenuti online non è facile

Editoria in crisi, minata dall’avvento di nuove forme di comunicazione e di distribuzione dell’informazione. Giornalismo che cerca nuove strade, advertising in calo, marketing tutto da rivedere.

Brancolamento generale nel buio.

Il caso della applicazione di Repubblica per iPhone è significativo.

Ho scoperto circa una settimana fa che l’applicazione che mi permetteva di leggere comodamente su iPhone i contenuti del quotidiano è diventata a pagamento (pay per use). Posso continuare però a leggerli gratuitamente accedendo alla pagina iphone.repubblica.it

Un certo disappunto e successiva rimozione dell’applicazione. Ma mi viene la curiosità di andare a leggere le recensioni dell’applicazione su iTune, il luogo virtuale dove viene distribuito il programma.

repubblica-app-iphone

La valutazione media è di 1 stella e poco più su 5. Un giudizio pessimo. Su 1073 utenti che l’hanno votata ben 849 hanno votato 1, il minimo.

Ma leggere i commenti degli utenti dice molto di più:

“50 € all’anno e poi vado sul sito sempre con l’iPhone li leggo gratis…Ma che è sta cosa??”

“Nessuno farà gli abbonamenti, non è giusto! Al max mettete l’applicazione a pagamento, ma così no!!”

“Se avessero lasciato almeno le top news gratuite avrei lasciato le 5 stelle. Per come è realizzata adesso è assolutamente inutile. Un mero veicolo commerciale. Disinstallata immediatamente”

“Sumer mega caz**ta!!!! Da sempre fan e lettore di repubblica, da oggi non più!! delusissimo dal prezzo per l’eventuale abbonamento: altissimo!!! cancellata subito e a parte la cattiva pubblicità che vi siete autonomamente procurati, con un passaparola che nn avrà fine, volevo dire una cosa all’ideatore: nn bisognava essere un genio x capire che avreste perso un sacco di lettori, complimenti x la furbizia! buhhhhh.”

“E’ troppo frequente che il testo dell’articolo non sia aggiornato con il titolo. A pagamento pretendo una qualità migliore”

“La questione non è se sia giusto pagare o meno degli articoli, la maggior parte dei quali si trovano gratis sul sito web. A mio parere pagare dei contenuti è giusto. Il problema è non averlo dichiarato da subito. Gli utenti si sono sentiti raggirati, e questo modo di fare danneggia sicuramente un  nome così importante come quello di Repubblica. Poi, ragazzi, che prezzi! Non pagherei mai così tanto per leggere un quotidiano su uno schermo grande quanto un pacchetto di sigarette!!!”

“Neanderthal del marketing. Poichè quelli di Repubblica fanno sempre i fighi con le nuove tecnologie, e hanno avuto anche il barbaro coraggio di celebrare sul sito la nuova versione dell’app, giustamente invece bocciata dagli utenti, ho una proposta: creare gruppo facebook di protesta. Vediamo se succede qualcosa, e se pubblicano la notizia, come spesso fanno per cose del genere o se invece la censurano.”

“avete perso un lettore affezionato!!”

E tante tante altre ancora. Mi sento di potere scrivere “Repubblica FAIL”.

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